Portfolio fotografico - Supremacy
Portfolio fotografico - Supremacy
Il Progetto fotografico
Il Progetto fotografico
Supremacy nasce in occasione della mostra #arteamoreperledonne .
Per questa occasione, in concomitanza della giornata internazionale della donna, si ricordano sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo.
Il progetto fotografico Supremacy parte da questo tematica e la stravolge, con immagini destinate a colpire, richiamando la equalità degli esseri umani, andando a minacciare il pensiero stesso di uguaglianza che ogni tanto si distorce, diventando supremazia.
Supremacy nasce in occasione della mostra #arteamoreperledonne .
Per questa occasione, in concomitanza della giornata internazionale della donna, si ricordano sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo.
Il progetto fotografico Supremacy parte da questo tematica e la stravolge, con immagini destinate a colpire, richiamando la equalità degli esseri umani, andando a minacciare il pensiero stesso di uguaglianza che ogni tanto si distorce, diventando supremazia.
La critica di Ester Bulgarini
La critica di Ester Bulgarini
Il manichino raffigurato nelle fotografie di Federico Zanetti ha fattezze femminili ma simboleggia l’intera umanità. Il progetto “Supremacy” nasce in concomitanza ala mostra #arteamoreperledonne e intende ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo.
Ogni scelta che compiono può potenzialmente portarci alla deriva, in senso lato. Se ci si abbandona al corso degli eventi, si cede, senza capacità di reazione, a una sorte infelice. Le scale sono ambivalenti, dipende dalla direzione in cui si percorrono, possono portare al successo o al fallimento. L’artista vuole rammentare che il pensiero di uguaglianza può distorcersi, diventando supremazia.
Il manichino raffigurato nelle fotografie di Federico Zanetti ha fattezze femminili ma simboleggia l’intera umanità. Il progetto “Supremacy” nasce in concomitanza ala mostra #arteamoreperledonne e intende ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo.
Ogni scelta che compiono può potenzialmente portarci alla deriva, in senso lato. Se ci si abbandona al corso degli eventi, si cede, senza capacità di reazione, a una sorte infelice. Le scale sono ambivalenti, dipende dalla direzione in cui si percorrono, possono portare al successo o al fallimento. L’artista vuole rammentare che il pensiero di uguaglianza può distorcersi, diventando supremazia.
Le fotografie
La rovinosa salita di chi non si è interrogato fino in fondo. La testa ultima inchiodata al primo gradino.
Sto inseguendo quello che voglio veramente? Catarsi o autodistruzione?
Orgoglio, soddisfazione, gioia... in una realtà capovolta, dopo aver buttato via tutto, vado a fare una passeggiata.
Non mi disturba il rancido odore che mi pervade, anzi, mi fa compagnia.
La bellezza di una mare cristallino e di una spiaggia di sabbia fine... l'incapacità di vedere tutto questo. Cieco, rivolgo lo sguardo altrove,
perso come un naufrago.
Spazzatura dimenticata portata dalle onde alla deriva. Ecco cosa sono.
Accanto a me un insignificante pezzo di legno mi fa sentire "normale".
Eppure splende il sole...
Il monumento ai caduti di Como, distruzione, orrore, quel bianco spettrale che non lascia speranza.
Intanto è l'alba di un nuovo giorno...
La leggera brezza primaverile, la tranquillità di un prato deserto...ma io non so più chi sono...
La testa al centro del caos, invano le braccia tentano di rimettere ordine, ma vengono risucchiate in un vortice.
L'ossessionante suono dei tamburi diventa più forte... Ancora più forte...
Mi sveglia!
Nell’indifferenza dei passanti, un muretto rovente mi attira a sé come una calamita.
Non mi sento solo. Sto bene, così.
Prendo un po’ di sole...